La Juve non perde il vizio e dopo Tottenham, Atletico Madrid, Lione e Porto continua a non vincere nella partita d’andata agli ottavi, una vittoria che manca dal 22 febbraio 2017, Porto-Juventus 0-2.
La Juve deve fare a meno di Chiellini, Bonucci(poi subentrato), Bernardeschi, Chiesa e Dybala; Villarreal che invece deve rinunciare alla sua stella, Gerard Moreno. Terzo pareggio consecutivo (sempre 1-1) dopo Atalanta e Torino, settimo pareggio nelle ultime quindici partite. Pareggi che iniziano ad essere troppi, specie nelle partite importanti; tuttavia, la qualificazione è ancora ampiamente alla portata con il ritorno da vincere in casa (magari con qualche assente in meno).

La Partita
La gara si mette subito per il verso giusto con il gol di Vlahovic dopo poco meno di 30 secondi: stop perfetto su lancio lungo di Danilo, controllo orientato e gran gol di destro; una super risposta alle critiche subite dopo il derby di Torino.

L’idea tattica della gara sembra chiara: recupero e lancio lungo a cercare l’attaccante serbo, sfruttando la difesa alta degli avversari. Tuttavia, dopo il gol la squadra bianconera si rende troppo passiva e al dodicesimo viene graziata da Lo Celso, complice anche l’intervento di Rabiot. Tre minuti più tardi gli spagnoli ci riprovano con un colpo di tacco di Danjuma intercettato da Szczesny. Per il resto del primo tempo non si segnalano particolari occasioni. Nell’intervallo fuori Alex Sandro per un problema muscolare e dentro Bonucci.
La seconda frazione di gioco inizia in positivo con un occasione per Morata su cambio gioco di Cuadrado, per il resto qualche contropiede non concretizzato e un occasione non banale per McKennie. Dopo un’ora la squadra appare stanca, non ha più la forza di ripartire e subisce il possesso del Villarreal che trova il gol con Parejo al 65esimo, con alcuni errori difensivi ben divisi tra De Ligt, Rabiot e De Sciglio. Prima del gol i padroni di casa non erano stati particolarmente pericolosi.
La Juve sembra non averne più e non riesce ad offendere, trova un tiro di Vlahovic dal limite dell’area solamente al 84esimo; al contempo i padroni di casa non fanno nulla per trovare il gol, un finale di partita piuttosto scarno.
Questi i dati della partita Villarreal-Juventus:
xG: 1.10-0.36
Tiri: 9-7
Tiri in porta: 3-2
Grandi occasioni: 1-0
Tocchi nell’area avversaria: 19-11
Attacchi pericolosi: 69-30
Possesso: 59%-41%
Pass accuracy: 87%-83% ; p
Corners: 4-0
Due passi avanti e due indietro
Le vittorie contro Verona e Sassuolo avevano fatto ben sperare, anche il pareggio a Bergamo sembrava mostrare una Juve più convinta, aggressiva e creativa; le ultime due gare invertono la rotta e lasciano tanto rammarico. Il gol lampo di Vlahovic aveva ben indirizzato la gara ma non è stato sfruttato al meglio e ha evidenziato i soliti problemi di questa stagione. La gara era giunta ad un punto morto ma è mancato un po’ di coraggio, cadendo nella passività, e puntualmente è arrivato l’errore che ha regalato il gol del pareggio; si poteva fare qualcosa in più nella prima ora di gioco, come sempre. Si poteva fare meglio anche sotto l’aspetto del pressing, specie nel secondo tempo.
La Juve spesso saliva bene in contropiede ma non sempre l’azione veniva accompagnata e con il passare dei minuti è calata la frequenza offensiva.
Conosciamo bene l’importanza di certi dettagli in questa competizione, dettagli che spesso risultano determinanti. La squadra nell’ultima mezz’ora è crollata sotto diversi punti di vista e non è più riuscita a farsi viva, nonostante un avversario sottotono rispetto alle sue precedenti partite. Probabilmente andava anticipato l’ingresso di Zakaria(entrato a 9 minuti dalla fine per l’infortunio di McKennie) e non andava tolto Locatelli, mentre sarebbe stata più sensata la sostituzione di Rabiot dopo il fallo che gli è quasi costato il rosso. Impreciso Morata: poteva sfruttare meglio alcune situazioni e forse ci si aspettava il cambio con Kean(l’unico cambio offensivo possibile oltre a Soulè) negli ultimi dieci minuti. Ancora una volta male Cuadrado, a volte irritante, altre volte pigro e poco attento.
Si spara sulla croce rossa
Come se non bastasse arriva un’altra beffa: frattura del secondo e del terzo metatarso per Weston McKennie, tempi di recupero piuttosto lunghi con poche possibilità di rivederlo nel finale di stagione. La sua assenza si aggiunge a quella di Chiesa, alla fragilità di Dybala e Chiellini, e rende parecchio scoperto il reparto di centrocampo con i soli Rabiot, Arthur, Locatelli e Zakaria a disposizione. La sua assenza peserà soprattutto per la grinta che solitamente mette in campo, oltre alle sue preziose caratteristiche da incursore (l’unico in rosa). Appare plausibile la promozione di qualche giovane dell’Under 23, uno su tutti Miretti.
La gestione di Allegri in questa stagione è tutto tranne che esaltante, sperando di non aprire le classiche diatribe tra allegriani e #AllegriOut: gioco che stenta a decollare, organizzazione non sempre impeccabile, cambi errati, poche idee e mancanza di alternative di gioco. Ciò che fa più paura però riguarda l’assenza di upgrade tra i vari fattori, cosa è migliorato rispetto allo scorso anno? In sua discolpa vi sono certamente due elementi: infortuni su infortuni e diversi errori dei singoli; due elementi frequenti però anche nella passata stagione, ma che sicuramente non aiutano l’allenatore nel suo percorso. Obiettivamente oggi si ci aspettava una squadra meno attendista e più propositiva(come visto per mezz’ora) ma al contempo le soluzioni applicabili erano poche.

L’impressione è che bisognerà affrontare il finale di stagione in condizioni scomode e complesse, tra mancanza di giocatori chiave e miglioramenti di gioco che ormai sono impossibili da implementare tra una partita e un’altra. Non ci sono e non ci saranno dubbi sulla permanenza di Allegri, il contratto è lungo e mette in conto determinate difficoltà e un lavoro valutabile in almeno due stagioni, non di certo in sette mesi.