Inter-Juventus, la disfatta perfetta
“E’ come film di orrore” direbbe Joe Bastianich. Ciò che abbiamo assistito a San Siro nella pesante sconfitta contro l’Inter di Antonio Conte per 2 a 0, è solo la punta dell’iceberg di un percorso fin qui formato da alti e bassi in cui i molti, moltissimi campanelli d’allarme in questa prima parte di stagione non hanno risolto i problemi riscontrati nelle prime uscite.

La Juventus con un undici titolare rimaneggiato, affronta i neroazzurri con un ritrovato Chiellini (ultima da titolare in campionato contro la Roma nella 2° giornata), Danilo Bonucci, Frabotta, Rabiot-Bentancur in mediana, Ramsey da collante tra il centrocampo e il duo formato da Morata-Ronaldo con Chiesa largo a sinistra nel tentativo di ripetere la prestazione fornita proprio a San Siro contro il Milan.
I bianconeri, solo pericolosi con il gol annullato a Ronaldo e il tiro di Chiesa respinto da Handanovic nel finale, terminano la gara con la consapevolezza di aver disputato la peggior partita della stagione o addirittura, per alcuni, di tutto il periodo trascorso a Torino. Critiche, analisi, valutazioni si sono susseguite nel post-partita del derby d’Italia, dove sono emersi più i demeriti della Juve che i meriti dell’Inter.

Sotto esame Andrea Pirlo che, con il solito approccio alla gara spregiudicato e rivolto all’attacco, crea delle voragini in mezzo al campo che la squadra non può colmare, soprattutto con Bentancur e Rabiot completamente fuori partita. Il pressing alto tanto cercato e richiesto ai ragazzi, crea più ferite a noi che guai all’Inter, lasciando una prateria a Barella per il gol del 2 a 0 e dando la possibilità all’avversario di creare occasioni che avrebbero inciso ancor di più sul risultato.
Un pressing disunito, che permette all’Inter di far circolare palla in maniera rapida e semplice ed arrivare con pochi tocchi nella metà campo avversaria, costruendo sistematicamente azioni da gol sfruttando una disposizione sbilanciata dei bianconeri che, nonostante il tipo di atteggiamento offensivo, hanno più possesso palla (52% a 48 %) ma creano pochissimi problemi alla retroguardia neroazzurra.
Un possesso palla sterile, fatto di molti tocchi nella propria metà campo, senza nessuna iniziativa personale per creare superiorità numerica.
Ma perché questa impostazione tattica sempre e comunque?
È chiaro ed evidente che non abbiamo quei tipi di giocatori funzionali per l’idea di calcio di Andrea Pirlo, ragion per cui in certe partite, fare un passo indietro e adattare un gioco in base al materiale umano a disposizione, non adattando i giocatori alle proprie idee seppur innovative e di buona prospettiva, sarebbe propedeutico ai fini del risultato che al termine di una competizione, è quello che conta.
Presunzione? Fiducia nel proprio lavoro? Il mister nelle conferenze stampa ha dimostrato di essere ferreo nelle sue decisioni, ma sta di fatto che il tanto criticato e prevedibile gioco di Conte, con un 3-5-2 standardizzato, basato sulle sponde e sul lavoro sporco di Romelu Lukaku, ha rivoltato come un calzino le tattiche di Pirlo tanto camaleontiche e futuristiche.
In conferenza stampa risuona la frase “abbiamo sbagliato l’approccio alla gara”.

Non Male, sbagliare l’approccio alla gara di un Juve-Inter significa non comprendere l’importanza del match, non comprendere il valore dei tre punti in palio, non comprendere la competizione tra i due club, non comprendere che il Juve-Inter disputato, valeva il 50% delle possibilità per i bianconeri di giocarsi ancora il titolo di campioni d’Italia. Incomprensioni in campo, a tratti si percepiva come chi fosse sul terreno di gioco, non avesse la ben che minima idea su come fermare i neroazzurri.
La squadra ha un problema d’atteggiamento, i giocatori stessi non riescono a reagire di fronte a difficoltà e si disuniscono. Ronaldo esprime il suo disappunto in maniera plateale sbuffando ai gol subiti e sulle giocate dei compagni, Morata frustrato discute con Chiesa, “picchia” l’avversario, inveisce contro l’arbitro e gioca a testa bassa. Bentancur completamente perso nel centrocampo e poco cercato dai compagni, non riesce a liberarsi dalla gabbia neroazzurra e assieme a Rabiot, spesso fuori posizione, non riesce a recuperare appena l’Inter supera il pressing disorganizzato della Juve.
Poche colpe(ma non sul gol di Barella) dati i limiti tecnici per Frabotta, lasciato solo in balia di Hakimi e delle sue cavalcate. Unico a salvarsi in una serata negativa è Giorgio Chiellini, che battaglia con Lukaku fino al termine della gara limitando lo strapotere fisico del belga. Si poteva far di più senza tutte queste assenze? La Juventus ha un problema strutturale che non dipende dagli indisponibili. Avrebbero dato si maggiore qualità, ma i gol presi dalla Juve, gli errori commessi, sono gli stessi visti nelle scorse giornate contro Crotone, Benevento, Verona, Atalanta e Fiorentina.

Mercoledì 20 gennaio al Mapei Stadium, ci sarà una battaglia contro il Napoli per il primo titolo importante dell’anno. I partenopei vengono da un roboante 6 a 0 contro la Fiorentina, noi da una brutta sconfitta. Bisogna incanalare la rabbia e mettersi alle spalle questa pessima prestazione, entrando in campo con voglia, fame e coraggio, ciò che è mancato domenica sera.
Di Gianluigi Cascarano