Gigi Buffon ha deciso di continuare a vestire la maglia della Juve anche per la stagione appena cominciata, iniziando così la sua diciasettesima stagione con i bianconeri. Andiamo quindi a vedere cosa ha rappresentato e tutt’ora rappresenta per la vecchia signora questo campione senza tempo.
Sarebbe eccessivamente lungo (oltre che probabilmente ripetitivo, per molti di noi) ricapitolare per intero la carriera del portierone carrarese. Potrebbe invece risultare interessante analizzare per quale motivo il presidente Andrea Agnelli abbia deciso di rinnovargli il contratto almeno fino alla fine della stagione 2020/2021, mettendo così a confronto ciò che Gigi è stato e ciò che Gigi è adesso per i nostri colori. Innanzitutto ricordiamo alcune statistiche: stiamo parlando di un patrimonio del calcio italiano (e non solo), dal momento che è l’unico azzurro della vittoriosa spedizione del mondiale 2006 ancora in attività e detiene, come ben sappiamo, il record assoluto di presenze in Serie A (648) oltre alla maggiore imbattibilità nella massima serie italiana. Questi sono solo alcuni dei suoi numerosissimi record, citati solo per renderci conto dello spessore sportivo di Buffon. E’ anche lecito chiedersi, però, se un ormai 43enne Gigi possa ancora avere una qualche utilità in una Juve che pare in preda ad una rapida e drastica rivoluzione. La prima e più immediata risposta ce la fornisce direttamente il giudice per eccellenza, ovvero il campo: nella scorsa stagione, la prima in cui il portierone ha deciso di vestire il ruolo di secondo, ha comunque mantenuto la porta inviolata in un terzo delle partite disputate tra Champions, campionato e Coppa Italia e, eccezion fatta per lo scivolone casalingo col Sassuolo, ha dimostrato di essere il solito affidabile Gigi, sfoggiando eccellenti prestazioni, in particolare proprio durante gli impegni di Coppa nazionale. Ciò può sembrare scontato ma non lo è affatto; avere un secondo portiere che dimostra di essere ancora affidabilissimo fa dormire sogni tranquilli a tutti i tifosi e trasmette serenità a tutto lo spogliatoio. A proposito di spogliatoio, forse è proprio questo il punto cruciale del rinnovo del classe 1978 avvenuto la scorsa estate. Agnelli stava preparando il secondo step di una rivoluzione calcistica in casa Juventus iniziata più di un anno fa con Sarri e si è reso conto che, se mentre dal punto di vista della forma del gioco qualche lacuna può ancora essere tollerata, vista la gravosità dell’operazione intrapresa, dal punto di vista dello spogliatoio e dell’attaccamento ai valori juventini serve massima dedizione. Anche in quest’ottica i rinnovi di Buffon (che ricordiamo decise di scendere in B da campione del mondo) e di Chiellini assumono una certa rilevanza, oltre al fatto che questa nuova Juve è certamente rivoluzionata tatticamente, ma non a livello di ambiente e di “volti”, come Morata, Pirlo e l’intero staff tecnico, tutti all’insegna della juventinità. Infine vi è un terzo fattore, certamente più materialista del precedente, ma ugualmente importante in una società (o meglio azienda) come la Juve, cioè quello economico. Buffon guadagna circa un milione di euro l’anno e, calcisticamente parlando, il suo stipendio non è certamente importante. Avere infatti un dodicesimo che guadagna relativamente poco, si dimostra ancora affidabile ogni qual volta viene chiamato in causa e conosce alla perfezione l’ambiente in cui si trova risulta, specialmente in un momento di transizione come quello che sta affrontando la vecchia signora, perfetto. Ecco quindi perché il binomio Gigi Buffon-Juve risulta ancora una volta, la diciasettesima, straordinario.
Simone Dall’Aglio