Una lunga stagione anche per il campionato cadetto 2019/2020. Anche la serie B ha dovuto fare i conti con la sospensione per la pandemia, anche se fino ad allora il torneo aveva retto bene: al momento della sospensione, il 9 marzo, solo una partita era stata rinviata (Ascoli-Cremonese) e tutto il torneo stava proseguendo regolarmente, seppure a porte chiuse. Ripreso il 19 giugno, è poi arrivato alla conclusione il 31 luglio, giocando tra venerdì e lunedì. Torneo che ha bocciato i club con una certa tradizione calcistica in serie A, promuovento le matricole Benevento (dominatore assoluto del torneo) e Crotone, entrambe alla seconda promozione, mentre i playoff, giocati dal 4 al 20 agosto, hanno regalato la prima promozione allo Spezia. Addirittura ai playoff sono state costrette Perugia e Pescara, partite con ambizioni di promozione, e gli umbri sono persino retrocessi, insieme alle neopromosse Trapani e Juve Stabia ed al Livorno. Per la prossima stagione il club riaccoglierà Lecce e Brescia, riscese dalla serie A dopo una sola stagione, e Spal, scesa dopo tre, mentre ritrovano la serie B club storici come Monza, Vicenza, Reggina e Reggiana. Ecco un riassunto finale ed i voti alle 20 squadre che hanno movimentato l’ultimo torneo.
ASCOLI 6 – La solita salvezza raggiunta con qualche patema, ma alla fine i marchigiani hanno raggiunto l’obiettivo,nonostante diversi cambi di allenatore (Zanetti, Stellone e Dionigi, con brevi intermezzi dello spagnolo Abascal), e comunque la specializzazione nel lanciare giovani: dopo i vari Petagna, Orsolini e Favilli, quest’anno è toccato a Scamacca, talentino che con 9 reti ha contribuito alla permanenza tra i cadetti. Non indifferente l’apporto del veterano Ninkovic, pure finito fuori squadra per un periodo per limiti caratteriali, ed di Morosini.
BENEVENTO 9 – Ha praticamente annientato il campionato la squadra allenata da Pippo Inzaghi: uno sprint iniziato ad ottobre lasciando solo le briciole alla concorrenza: un ritmo insostenibile per tutti, tanto che la promozione, e relativa vittoria del campionato, sono arrivate addirittura con 7 turni d’anticipo: seconda promozione della storia e primo campionato vinto, col record eguagliato di 86 punti. Quando si ha in organico gente come Sau, Insigne jr, Coda, Kragl ed Improta…

CHIEVO 6 – Non si poteva pretendere molto dopo la rivoluzione della scorsa estate in seguito alla retrocessione: molti nuovi innesti, non tutti di categoria, ed alla fine il sesto posto raccolto sa comunque di buono,prima con Marcolini, poi con Aglietti, anche se poi la serie A è svanita nel disastroso ritorno semifinale playoff a La Spezia, dopo aver vinto 2-0 all’andata. A trascinare la squadra sono stati i giocatori confermati: Djordjevic (capocannoniere del club con 9 gol), Meggiorini e Garritano. Solita esperienza dell’esperto Giaccherini, mentre sono uscite anche individualità interessanti come Vignato, Segre e Rigione.
CITTADELLA 7 – Ancora una volta il sogno serie A svanisce ai playoff, dopo aver visto anche la promozione diretta. In modo meno doloroso, in quanto stavolta non c’è la rimonta in finale, ma subito all’esordio, beffata dal Frosinone, dopo il quinto posto finale. La squadra di Venturato ha messo in risalto il giovane italo-senegalese Diaw, autore di 11 reti, ed un’ossatura quasi tutta italiana, fatta eccezione per lo sloveno Celar. Nel finale è uscito anche il giovane Panico, scuola Genoa.
COSENZA 7 – Se i miracoli esistono, si chiamano Cosenza. I silani il 13 luglio, a quattro turni dal termine, erano penultimi, sgomitando col Trapani. Le cinque vittorie finali hanno poprtato ad un’incredibile salvezza, senza neppure passare dai playout. Gran merito anche ai 13 gol di Emmanuel Riviere, francese della Martinica, scovato dalla serie C, dai gol pesanti dello spagnolo Asencio, e dai contributi non indifferenti di Carretta, Bruccini e dell’uruguagio Baez. Con Braglia e Pillon, ma l’impresa è arrivata col vice Occhiuzzi.
CREMONESE 6 – L’obiettivo salvezza è stato raggiunto anche quest’anno, anche se in modo molto sofferto e con ben quattro cambi in panchina (Rastelli, Baroni, ancora Rastelli e poi Bisoli). Senza un vero killer dell’area di rigore, perchè il miglior marcatore è risultato essere Palombi con soli 6 gol. E di artiglieria pesante se ne sarebbe stata: Daniel Ciofani, Montalto, Ceravolo, Piccolo, Parigini..proprio il problema dell’attacco è stato quello più evidente per i grigiorossi. Difficile pensare ad altro in queste circostanze che una permanenza che sa di impresa.
CROTONE 8 – Seconda promozione in serie A dopo quella del 2016, sempre da seconda. Decisivo lo scatto dopo la ripresa post-Covid, quando si è liberata della concorrenza ed è arrivata al traguardo. Per Stroppa un grande riconoscimento da allenatore. Alla fine la festa arriva grazie al solito Simy, capocannoniere del campionato con 20 gol, ma anche del brasiliano Messias, pescato dalla serie D. Meno rilevante invece l’arrivo di Maxi Lopez.

EMPOLI 5,5 – Doveva essere la protagonista annunciata del campionato, invece, dopo un inizio promettente, ha raccolto una serie di risultati non all’altezza complici anche i troppi cambiamenti in fase di mercato. Tre cambi allenatore (Bucchi, Muzzi e Marino) ed alla fine strappato il minimo sindacale, la qualificazione ai playoff all’ultima giornata, col settimo posto finale, comunque col sogno promozione subito svanito. Troppi cambiamenti alla rosa, vista anche la rivoluzione invernale. Perdere uno come Ciccio Caputo davanti non era certo facile, nonostante l’impegno dell’ex pescarese Mancuso. La Gumina è stato ceduto a gennaio per far posto a La Mantia, ma l’ex leccese è brillato solo belle partite finali. Apprezzabile anche il recupero di Ciciretti. Serve però uno zoccolo duro, che quest’anno è mancato, per tentare la risalita l’anno prossimo.
FROSINONE 7 – Tra le candidate principali alla promozione, il club ciociaro sotto la guida di Nesta è riuscito a strappare un posto nei playoff, anche se dopo aver inseguito il secondo posto, a causa del calo finale si è qualificata solo con l’ottavo ed ultimo posto disponibile per gli spareggi. Nonostante ciò, nei playoff ha ritrovato sprint e grinta, soprattutto nelle gare esterne, visto che ha vinto tutte le sfide fuori casa, eliminando Cittadella, Pordenone, e vincendo pure a La Spezia, anche se il piazzamento in classifica ha pesato nell’atto finale. Resta da sfruttare uno degli attacchi meglio assortiti (Dionisi–Ciano e la sopresa dello yankee Novacovich, più Citro) ai quali poteva aggiungersi Ardemagni, un flop lo scambio con Trotta dell’Ascoli. Ci riproverà.
JUVE STABIA 5 – Non è riuscita ad onorare il ritorno in serie B dopo 5 anni, dopo aver dominato il girone di serie C 2018/19. Dopo una partenza difficile, era anche riuscita a riprendersi, portandosi a fine tornata in un tranquillo centro classifica. Purtroppo le cose sono peggiorate soprattutto dopo gli exploit di Cosenza e Trapani, e la squadra è precipitata fino al penultimo posto. Lodevole la fiducia incondizionata a Caserta, non sono bastati i 17 gol della sorpresa Forte (per tener fede al cognome..), anche se la squadra è sembrata comunque abbastanza logora. Da ricordare il gol del portiere Provedel, arrivato a gennaio dall’Empoli.
LIVORNO 4 – Più disastro di così non si poteva. Risucchiato quasi subito sul fondo della classifica, il club labronico si è praticamente arreso già a fenbbraio, e nel post covid la situazione è peggiorata, col presidente Spinelli che il 30 giugno non ha derogato i prestiti dei giocatori in rosa, finendo l’annata con seconde linee e primavera. Le gestioni Breda, Tramezzani, ancora Breda e poi Filippini non hanno quindi dato svolte significative, chiudendo con otto sconfitte e 20 punti dal penultimo posto. Peggior attacco del torneo con 30 gol fatti, 7 dei quali di Marras, un esterno di centrocampo. Squadra assemblata male, in cui non sono bastati Raicevevic e Mazzeo, unici giocatori di qualità.
PERUGIA 4,5 – Dall’obiettivo serie A alla serie C: si chiude così un’annata da incubo per gli umbri, nella maniera più inaspettata. Costantemente tra i playoff, il calo è arrivato nel finale, quando i grifoni sono caduti all’indietro quasi senza accorgersene, ed è arrivata la condanna ai rigori nel playout col Pescara. Nè Oddo, nè Cosmi han saputo tenere il passo. Con una rosa di tutto rispetto: Iemmello a lungo capocannoniere, Melchiorri, Falcinelli (anche se quest’ultimo ha deluso), Rosi…
PESCARA 6 – Mai realmente in corsa per i playoff, il club abruzzese è rimasto sempre nel limbo tra il centro classifica ed i playout, poi effettivamente disputati. Da lì è arrivata la salvezza condannando il Perugia, ma senza la penalizzazione del Trapani sarebbe retrocesso direttamente. Tre allenatori proposti (Zauri, Legrottaglie e Sottil), i 13 gol di Galano, ma anche Maniero, Tumminello, Clemenza e Memushaj.
PISA 6,5 – Fino alla primavera la squadra ha lottato per la salvezza, poi una serie di risultasti utili nel post Covid l’hanno portata a ridosso dei playoff, bocciata solo dalla classifica avulsa nei confronti di Empoli e Frosinone. Un vero peccato che alimenta tanti rimpianti, perchè probabilmente i toscani sarebbero stati tra i club più in forma degli spareggi. Buon lavoro per Luca D’Angelo, che ha lanciato il giovane attaccante Marconi, ma anche diversa esperienza da Soddimo, Masucci e qualche lampo dall’eterno Moscardelli.
PORDENONE 8 – Per essere esordiente assoluta non male come risultato: promozione diretta sfiorata ed alla fine ottimo quarto posto finale, poi il gran sogno serie A svanito dopo la folle semifinale ritorno di playoff. Costretta a giocare le partite casalinghe prima ad Udine, poi a Trieste, alla fine la vera forza è stata proprio nelle gare interne. Ha vinto il gruppo: miglior marcatore Strizzolo con sole 8 reti, ma sono usciti giocatori finora poco noti come Pobega, Ciurria, Barison, Burrai e Chiaretti, senza contare l’inserimanto a gennaio di Bocalon, scambiato con Monachello dal Venezia. Una grande stagione anche per l’ottimo Tesser, dopo aver spaventato l’Inter a San Siro in Coppa Italia due stagioni fa.
SALERNITANA 5,5 – La bocciatura inesorabile del progetto Ventura, con l’uscita dai playoff proprio all’ultima giornata che hanno portato alle dimissioni dell’ex ct. Nonostante il terzetto Djuric–Jallow–Kiyne, l’aggiunta di califfi come Rosina e Cerci, l’aggiunta di Giannetti l’obiettivo minimo è sfumato.
SPEZIA 7,5 – La regina dei playoff (6 partecipazioni) che finalmente corona il suo grande sogno e sale in serie A per la prima volta. Stavolta un cammino più regolare, che l’ha portata al terzo posto finale, miglior piazzamento di sempre, e poi ha resistito ai playoff, facendo valere la posizione in campionato nella finale col Frosinone, dopo aver fatto lo stesso col Chievo in semifinale. Capolavoro di mister Italiano, seppur senza bomber in squadra (Gyasi e Ragusa migliori marcatori della fase regolare con 8 gol). Probabilmente lascerà il Picco per la serie A: si parla di Cesena per ospitare le partite interne.

TRAPANI 5,5 – Alla fine, più che la retrocessione, pesano quei maledetti 2 punti di penalizzazione inflitti per inadempienze finanziarie, che hanno vanificato il tentativo di rimonta finale: il Trapani scende così da neopromossa, prima con Baldini e poi con Castori, pur con i 17 gol di Pettinari, e il buon apporto di Taugordeau, Moscati e Kupisz, arrivato a gennaio dal Bari. Bocciato invece l’innesto autinnale di Biabiany.
VENEZIA 6 – In estate avevo messo i lagunari tra le candidate principali alla retrocessione, dopo il ripescaggio: colpa di un organico ridimensionato e della scelta di un allenatore esordiente, Alessio Dionisi. Invece i veneti, dopo asver sgomitato a lungo nei playout, ne sono usciti nel finale, centrando la salvezza. Merito di giocatori come Aramu (11 reti), Longo, Capello, Bocalon (prima del suo passaggio al Pordenone) e Di Mariano, mentre meno incisivo è risultato il figlio d’arte Zigoni. Una mezza impresa, vista la rosa non di eccelsa qualità
VIRTUS ENTELLA 6 – Esaurito il fuoco di paglia iniziale, la squadra ligure ha cominciato a perdere terreno, e seppur sia rimasta nelle vicinanze dei playoff per gran parte della stagione, alla fine si è accontentata di una salvezza, contando anche che era neopromossa. Obiettivo raggiunto quindi per Boscaglia, ritrovando anche i gol di De Luca (10 in tutto), nonchè Mancosu, Schenetti, Dezi e Mazzitelli, arrivati nel mercato invernale, per un’ossatura quasi tutta italiana.