
Real Madrid:
si parte dai campioni, capaci di detronizzare un Barcellona in seria difficoltà dimostrando una solidità impressionante come collettivo, oltre alle squisite doti tecniche di una rosa che Zidane ha saputo ruotare e far rendere al meglio.
La stagione di Benzema e di Ramos è da califfi, ottimi anche Kroos e Casemiro a centrocampo. In rampa di lancio Mendy e Valverde, assieme ai brasiliani Vinicious e Rodrygo.
Fase difensiva importante, grande concretezza e talento da vendere dalla cintola in avanti; il Real sembra stia gestendo nel migliore dei modi la nuova era Zidane 2.
Unici crucci le prestazioni dei calciatori più costosi: Jovic, Bale ed Hazard. Infortuni, poca professionalità e problemi ambientali non hanno fatto rendere degnamente questi tre giocatori. A Zidane la responsabilità di provare a recuperarli o salutarli.
9+ DUREZZA MENTALE
Barcellona:
L’annata dei catalani in Liga è stata senza dubbio deludente. La confusione societaria è stato notevole.
Quique Setien di fatto è stato un estraneo in casa dal primo giorno e la sensazione durante tutto l’anno è che se si levasse il genio con il numero 10 a questa squadra, forse farebbe fatica a qualificarsi alle coppe.
La difesa è parsa non all’altezza, il centrocampo male assortito e l’attacco ha faticato a dare alternative valide ai titolari.
Dembelè ad oggi è un fragile e problematico spreco di denaro, Firpo è stato iper valutato e le sue prestazioni non hanno riscontro nel prezzo versato per il suo acquisto.
De Jong ha vissuto una annata complessa, convivendo con giocatori troppi simili (Arthur su tutti) in un centrocampo monocorde che ha dovuto affidarsi al tanto vituperato Arturo Vidal in molti frangenti per togliere le castagne dal fuoco.
Messi resta inumano per numeri e prestazioni, purtroppo però è evidente che la convivenza con Griezzman non è naturale, col francese castrato dalla presenza del rosarino.
Guardando la classifica da televideo il Barça ha lottato, per il titolo fino a poche giornate dal termine, pur perdendo. In realtà la dinamica della stagione, il logorio della rosa e diversi fattori extra campo sono campanelli d’allarme per il futuro dei catalani.
5.5 SOFFICINI
Atletico Madrid:
Alla fine della storia i colchoneros conquistano il terzo posto, posizione corretta considerando il rapporto di forze coi due super team. Tuttavia Simeone non è mai riuscito a essere realmente una minaccia per Real o Barcellona, dovendo anzi rimontare dal sesto posto in cui si trovava a metà campionato.
In un certo senso è comprensibile, la trasformazione dal Cholismo duro e puro ad una versione più edulcorata si è rivelata un’operazione complessa.
Il golden boy Joao Felix ha avuto un campionato piuttosto opaco, così come Diego Costa, Lodi e Angel Correa. Bene invece il centrocampo con Saul, Koke, Llorente e Partey fra i migliori della stagione.
Lecito aspettarsi di più dai biancorossi, ma alla fine il risultato ottenuto rispecchia il valore della rosa.
6- METÀ DEL GUADO
Sevilla:
Monchi torna a casa e pare ritrovare il suo tocco magico. L’annata degli andalusi è più che buona, lo testimoniano i 70 punti ed il ritrovato entusiasmo della piazza.
La squadra gioca molto bene e Lopetegui nonostante un certo scetticismo sembra essere entrato subito in sintonia con l’ambiente sevillista.
L’annata di Reguillon, Diego Carlos e Ocampos è stata eccellente, con quest’ultimo a livello veramente superiori.
Bene anche Jordan, Fernando ed il veterano Escudero, mentre Koundé è di certo uno dei centrali più interessanti della Liga, vista l’ottima stagione d’esordio.
Ci si aspettava qualcosa di più a livello di contributo realizzativo da Luuk de Jong e Munir, ma i due non hanno saputo esprimersi al meglio con continuità. Discorso diverso per l’israeliano Dabbur acquistato in estate e ceduto all’hoffenheim in gennaio per evidente incompatibilità.
Altre due parole vanno spese per Ocampos, da oggetto misterioso a Milano e Genova a trascinatore in Andalusia. L’argentino si è espresso su livelli altissimi, non solo per i gol (14), ma soprattutto per la personalità da leader dimostrata. Giocatore trasformato da Lopetegui che su di lui ha costruito una buona annata.
8.5 MONEYBALL ANDALUSO
Villarreal:
Il simpatico gruppo in giallo si è reso protagonista di un post lockdown veramente interessante con ben 7 vittorie su 11 incontri. Questo finale di stagione è valso il quinto posto a Calleja, risultato buonissimo, ma che non basta a scongiurare l’arrivo di Emery per la prossima stagione.
Fra i migliori giocatori del campionato bisogna nominare sicuramente Gerard Moreno, 18 reti per lui ed un rendimento altissimo, alzatosi ulteriormente con l’arrivo di Paco Alcacer, per formare una coppia d’attacco tutta ispanica molto interessante.
Uno dei problemi più grossi per il Villarreal sarà trovare un degno erede per Santi Cazorla. Lo sfortunato centrocampista, fra i giocatori più sottovalutati della sua generaIone, andrà a riempirsi le tasche negli Emirati e trovare un calciatore di fosforo, carisma e tecnica come l’ex Arsenal non sarà impresa facile.
Buona stagione anche per Anguissa, arrivato da trascorsi poco positivi al Fulham, il camerunese ha saputo trovare la sua dimensione a fianco del compassato Iborra formando un ottimo centrocampo. Menzioni d’onore per Pau Torres, centrale in grande crescita anche grazie al maestro Albion, e al portiere Asenjo, una sicurezza.
Ci si attendeva di più dai due giovani esterni Ontiveros e Chukwueze. Entrambi hanno avuto diverse chance, ma non sono riusciti ad incidere a sufficienza; alla prossima stagione, a 23 e 22 anni, deve essere quella in cui il loro gioco viene portato ad un livello più alto.
8 TERRORE GIALLO
Real Sociedad:
I baschi hanno espresso probabilmente durante tutto l’anno un buon calcio, con buone prestazioni e crescita dei vari interpreti, arrogandosi il titolo di squadra più amata dai giocatori di Football Manager grazie alla presenza di tanti giovani talenti.
Oyarzabal ha disputato una gran stagione, in doppia cifra per gol e assist, ma soprattutto con l’impressione di essere il vero cuore della manovra biancoblu. Il degno compare del numero dieci è stato Odegaard. L’ex bimbo prodigio ha finalmente disputato una stagione da vero calciatore ed a livelli molto buoni.
Mikel Merino e Joseba Zaldua hanno disputato una stagione importante, dimostrandosi fra i migliori nei rispettivi ruoli. In avanti Willian José ha saputo mettere da parte le bizze per la mancata cessione offrendo un ottimo finale di stagione, coadiuvato dal giovane Isak, molto promettente lo svedese arrivato dal Borussia Dortmund.
In linea di massima il tecnico Imanol è riuscito da sviluppare un buon calcio, sfruttare bene le capacità di gestire la transizione e la giocata in velocità delle sue mezze punte e a portare avanti un progetto tecnico molto interessante, purtroppo però la squadra ha sofferto spesso cali di concentrazione evidenti che dovranno essere limitati per poter pensare di fare quello step in più che porta a essere una compagine stabilmente impegnata nelle coppe europee.
8 FANTASIA AL POTERE
Granada:
Una neopromossa che riesce a terminare nella metà sinistra della classifica è un evento poco frequente, ma che succede, una neopromossa che si conquista un posto in Europa invece è un qualcosa di speciale.
Gli andalusi si mettono alle spalle contendenti più esperte e più ricche grazie al lavoro di Diego Martinez, grande artefice della stagione biancorossa.
Il tecnico ha il grande merito di formare un gruppo molto compatto, solido e che sa sfruttare bene i propri punti di forza. Gioco molto aggressivo, ripartenza veloci a sfruttare le novità Machis, Puertas e Carlos Fernandez, con l’ottimo Yangel Herrera a coordinare il centrocampo, mentre dietro si sono disimpegnati bene Duarte, Victor Díaz, Foulquier e il portiere Rui Faria.
Non sarà per nulla facile ripetere questa stagione storica per il Granada, per l’età di alcuni interpreti fondamentali (Soldado 35, Díaz 33), per il rientro alla casa madre di un calciatore come Fernández, único in doppia cifra come reti e per gli inevitabili casi di mercato. Nel mentre però giusto che si celebri questa annata straordinaria.
9.5 MATRICOLA TERRIBILE
Getafe:
Il mini Atletico dell’antieroe Bordalas fallisce il bis europeo, ma la stagione si può comunque dire positiva nonostante la mancata qualificazione all’Europa League.
Sul calcio espresso dal Getafe si è parlato molto negli ultimi mesi, non sempre positivamente, ma non c’è dubbio che il tecnico appassionato di storia romana sappia il fatto suo.
Le prestazioni di giocatori chiave come Cuccurella, David Suárez o Arambarri sono state piuttosto buone, compensando in parte la mancanza di freschezza della rosa, composta in buona parte da over 30.
Sembrava difficile replicare il buon campionato scorso, con il peso della competizione europea in più, ma nonostante tutto i castigliani sono stati in grado di ripetersi, salvo per qualche punto di troppo lasciato per strada anche a causa di una certa asfissia in zona gol.
Quello di trovare un puntero in grado di dare maggiore peso all’attacco sarà il compito principale della pausa di mercato, vista l’età ormai stagionata dei vari Jaime Mata, Ángel Rodríguez e Jorge Molina.
7 BRUTTI SPORCHI E CATTIVI
Valencia:
I pipistrelli concludono in modo caotico una stagione nata male è proseguita fra alti e bassi che manco le montagne russe.
Il divorzio burrascoso fra Lim e Marcelino, consumatosi a metà stagione per futili motivi ha dato una bordata non indifferente alle ambizioni europee dei valenciani che con Celades e Voro al comando non sono riusciti a centrare le coppe o a convincere.
Da un lato la fase offensiva non è stata disprezzabile, sopratutto in alcune gare, con Rodrigo e Guedes in buona forma, finché hanno retto agli infortuni, si poteva attendersi qualcosa in più dal nuovo acquisto Maxi Gómez è una maggior continuità dal talento Ferran Torres, prodotto del vivaio dei murciélagos che sembra destinato a diventare una stella.
Dall’altra parte la difesa è risultata decisamente sottotono, con interpreti troppo fragili e svagati, i cui errori sono costati punti importanti. Se Gabriel Paulista e Gayà hanno avuto una certa costanza di prestazioni, altri interpreti come Garay, Wass e Jaume Costa non sono stati costanti e performanti nel corso della stagione, mentre altri come Diakhby o Mangala sono stati piuttosto deludenti.
Nel complesso il nono posto è un risultato assolutamente non in linea con ambizioni societarie e con il valore della rosa, il rammarico maggiore per i tifosi sicuramente resta l’impressione che i cattivi risultati siano dovuti sopratutto alla spaccatura fra presidenza e gestione tecnica che inevitabilmente ha avuto ripercussioni sulla parte sportiva.
Ricostruire un clima di lavoro sereno in società sarà priorità per la prossima stagione, se si vuole evitare una seconda annata tribolata.
5 CHE CONFUSIONE
Osasuna:
Matricola terribile quella allestita da Jagoba Arrásate. La qualificazione uefa è rimasta a soli quattro lunghezze di distanza e solo il rendimento straordinario del Granada ha messo in ombra le prestazioni dei neopromossi di Pamplona.
I navarri hanno messo in piedi una squadra molto solida, aggressiva, molto poco barocca, ma estremamente efficace sopratutto nel soffocare il gioco avversario.
Nella rosa votata all’autarchia, solo 4 stranieri, spiccano il laterale sinistro Estupinan, grande sorpresa della stagione, la punta argentina Ávila, autore di una ottima prima metà di stagione prima di infortunarsi gravemente, Roberto Torres e Rubén García, anima della manovra e la coppia difensiva David Garcia e Aridane Hernández.
Nelle ultime gare post pausa Covid si sono fatti valere pure Arnaiz e Gallego oltre ai soliti Nacho Vidal e Sanjurio.
Come sempre ripetere l’exploit di questa stagione non sarà facile, ma l’impressione è che la solidità creata dal tecnico sarà difficile da scalfire nonostante gli inevitabili cambi che avverranno durante il mercato.
9 SEMPLICITÀ
Athletic Bilbao
L’Athletic chiude un campionato tranquillo, ma con l’impressione che si potesse ottenere molto di più dalla rosa.
L’undicesimo posto non è di per se un risultato così scadente, ma preoccupa la mancata esplosione di Iñaki Williams, passato oramai da potenziale stella europea a profilo di medio cabotaggio, con solo sei reti in stagione. La scarsa vena del 9 coincide con l’asfissia offensiva dei baschi, che non possono pensare di affidarsi al pur ottimo novello falso nueve Raúl García (15 reti stagionali).
Di positivo c’è sicuramente il rendimento della linea difensiva (Berchiche, Yeray, Martinez, Capa) fra le migliori della Liga assieme all’ottimo portiere Unai Simón. Inoltre Iker Munian sembra aver assunto i galloni di leader tecnico ed emotivo con successo, in attesa della crescita di Villalibre e Sancet.
Sono sicuro che l’undici basco avrebbe potuto ottenere qualche punti in più in caso di gare disputate con il pubblico, vista la nota spinta del tifo del Nuevo San Mames, ma lo stesso si potrebbe dire per altri club con tifoserie particolarmente calde.
6- LEONE PIGRO
Levante:
Sorprendente sprint finale per i rossoblu che abituati alla lotta nel fango della zona retrocessione sono arrivati fino a sfiorare l’Europa.
Paco Lopez ha costruito un piccolo capolavoro di efficacia e funzionalità, mescolando abilmente esperti mestieranti (Pedro Leon, Campaña, Vezo, Rochina, Martì), a talenti più o meno inespressi (Borja Mayoral, Enes Bardhi) aiutato dall’annata splendida del portiere Aitor Fernandez.
Los Granotas hanno saputo massimizzare le occasioni e approfittare dei passi falsi dei rivali conquistando una posizione di prestigio a metà classifica, piuttosto inaspettata a inizio anno.
8 BANDA BASSOTTI
Valladolid:
Il suicidio di diverse realtà importanti hanno tenuto la società biancomalva fuori dalla lotta per la salvezza praticamente durante tutto l’anno, proponendo un calcio compassato e scolastico, ma di ottima esecuzione, grazie anche all’allenatore Sergio González.
Il tredicesimo posto è un risultato in linea con le aspettative realistiche per la squadra del presidente Ronaldo, che può dirsi soddisfatto dei risultati ottenuti e di poter iniziare a programmare la prossima stagione con una certa tranquillità.
Fra i migliori dell’annata è doveroso nominare Rubén Alcaraz, mediano d’ordine e rottura che ha gestito molto bene il centrocampo castigliano. Assieme a lui la grande sorpresa è stato il centrale ghanese Salisu, finito nel radar di vari club, si mormora anche osservato da vicino da Paratici.
In avanti Enes Unal e Sergi Guardiola sono stati sufficienti per questa stagione, ma se la società vuole andare oltre una salvezza tranquilla sono necessari investimenti in questo senso.
7 PALLOTTOLA SPUNTATA
Eibar:
Non si può non avere un debole per questa piccola realtà basca che anno dopo anno battaglia contro giganti economicamente e demograficamente enormi al confronto.
Mendilibar, che sembra essere al passo d’addio, ha costruito un undici che propone una fase difensiva solida, grande attenzione alle palle inattive sia offensive che difensive ed in grado di vendere sempre cara la pelle.
Durante la off season i baschi però dovranno fare i conti con le partenze di Escalante (Lazio) e Orellana (Valladolid), giocatori centrali nel gioco degli Armeros, tuttavia l’addio più pericoloso potrebbe essere quello del tecnico.
In questa stagione gli obiettivi sono stati ben centrati, ma il futuro passa da un mercato positivo, con idee e volti nuovi che possano ringiovanire e migliorare La Rosa.
7 ERCOLINO SEMPRE IN PIEDI
Betis:
Stagione negativa a due poco per gli andalusi biancoverdi, con un finale di stagione da horror che ha portato a concludere la stagione con un pessimo quindicesimo posto.
Il progetto Rubi è malamente naufragato dopo il lockdown a causa delle prestazioni deficitarie della squadra, troppo debole in difesa e mai del tutto convincente in avanti.
Fra i peggiori sicuramente c’è Borja Iglesias, arrivato in estate assieme all’ex tecnico dell’Espanyol, non ha reso minimamente quanto preventivato ed è stato superato nelle gerarchie da Loren Moron. Igualmente negativa la stagione del pacchetto difensivo (Feddal, Sidnei, Mandi, Moreno, Pedraza) con l’eccezione di Marc Bartra, anche se pure lui ha avuto diversi alti e bassi a livello di prestazioni.
Nel marasma generale hanno sicuramente offerto qualcosa in più i giocatori di estro come Fekir, Canales e Joaquín, ma senza raggiungere chissà che picchi di rendimento.
L’arrivo di Pellegrini sulla panchina per i prossimi tre anni è sicuramente il punto da cui ripartire visto che in linea di massima il materiale tecnico ed umano per lottare per un posto in UEL c’è, serve trovare la giusta quadra fra gli interpreti e soprattutto dare unità a un gruppo di atleti che per larga parte dell’annata è sembrato tutto fuorché un collettivo.
4 OGNUNO PER SE E DIO PER TUTTI
Deportivo Alaves:
A Mendizzoroza forse si aspettavano qualcosa di più che una salvezza risicata, ma probabilmente si è sopravvalutato il materiale a disposizione di Asier Garitano, esonerato a poche gare dalla fine per Juan Ramon Muniz che ha concluso la Liga con la permanenza in Primera.
I biancazzurri hanno legato buona parte dei risultati alla vena realizzativa di Joselu e Lucas Perez, coadiuvata da una difesa fisica e forte sulle palle alte. Va da se che venuta meno la continuità della dupla offensiva sono stati tempi duri per la piccola compagine di Vitoria, visto che a parte il portiere Jimenez, Aleix Vidal e Rodrigo Ely (si l’ex Milan) il resto della rosa non pare al livello richiesto.
L’anno venturo sarà quello del centenario per questo club e ci sarà tantissimo lavoro da fare per non festeggiare il secolo in di vita in Segunda División.
6 NOZZE COI FICHI SECCHI
Celta Vigo:
La più grande delusione del campionato è quasi certamente la squadra galiziana.
Nonostante la campagna di rinforzo estiva e invernale abbia portato grandi nomi (Rafinha, Denis Suárez, Nolito e Murillo fra gli altri) e il potenziale del Celta fosse a detta di tutti degno della metà superiore della classifica, gli azzurri non hanno mai abbandonato il fondo della classifica, invischiandosi in una lotta per la retrocessione, evitata più per fortuna che per reale merito.
La stagione è stata difficile per i tifosi che non hanno mai potuto godere di una squadra unita e con un piano tattico definito e riconoscibile, nonostante ciò la dirigenza ha preferito confermare Oscar Garcia per la prossima stagione. In effetti il tecnico ha raggiunto la salvezza come richiesto, ma inutile negare che per la stagione ventura ci si attende ben altro da Iago Aspas e compagni.
Proprio la bandiera del Balaidos ha rappresentato uno delle poche luci in una stagione piuttosto buia, assieme a Rafinha. A sprazzi Murillo e Denis Suárez hanno dato buona prova di se, ma in linea di massima tutta la rosa ha deluso profondamente dando l’impressione di non avere la minima unità di intenti o la capacità di rispondere alle avversità, nonostante il valore tecnico degli interpreti.
4 IL BUCO NERO
Leganes:
La piccola realtà madrilena non riesce nell’impresa di raggiungere la salvezza, nonostante lo “scippo” da parte del Barcellona del delantero Braithwaite.
La salvezza dista un punto e probabilmente a livello morale sarebbe stato più giusto vedere i Pepineros in prima divisione anche l’anno prossimo per l’impegno e la dedizione messa in campo.
Nonostante un organico relativamente povero tecnicamente Javier Aguirre ha saputo dare una discreta compattezza e coesione ai padroni del Municipal de Butarque, valorizzando il laterale portoghese Kevin Rodrigues, il centrale nigeriano Omeruo e sopratutto il trequartista Oscar Rodríguez.
Lo stile di gioco, aggressivo ed attendo ai piazzati in entrambe le fasi di gioco, era quasi arrivato dove il talento non poteva farcela e solo la sfortuna ha relegato in B il Leganes, che può abbandonare con la testa alta la massima divisione del calcio iberico.
6.5 CALIMERO
Mallorca:
I rossi delle Isole Baleari salutano la Liga per un punto di distacco dal Celta, dopo un campionato di lotta e tenacia, non sufficienti però ad evitare la retrocessione.
Fra i più positivi senza dubbio si registrano l’ex Palermo Ante Budimir, 13 centri per lui, il giapponese Kubo, di proprietà madridista, e l’inossidabile Salva Sevilla.
Aver lottato fino alle ultime giornate per la salvezza riguarda un mezzo successo, visto che la qualità della rosa non si dimostrava all’altezza della massima serie iberica, con evidenti carenze in tutti i reparti, ma bisogna essere realisti e evidenziare come la salvezza sia rimasta possibile soprattutto grazie alla gara al ciapanò messa in atto dalle altre contendenti.
Non resta che provare la risalita l’anno venturo, anche se non sarà facile in Segunda imporsi.
5 QUASI MIRACOLOSI
Espanyol:
Annata assurda nella Catalogna minore.
Los pericos hanno iniziato la stagione con grosse ambizioni, supportate da un mercato tanto dispendioso quanto inefficace.
Matias Vargas è stato l’acquisto più oneroso della storia del club, ma ha deluso fortemente. Calleri ha prodotto una sola rete in 27 presenze. De Tomas, Embarba e Cabrera hanno cercato di dare una sterzata alla disastrosa stagione, ma senza il benché minimo successo.
L’unica nota lieta è rappresentata dalla crescita del canterano Marc Roca, probabile la cessione per andare a ammorbidire le perdite economiche dovute alla retrocessione e alla pandemia.
La tempesta perfetta a Cornellà ha portato ad una retrocessione sorprendente, dovuta a una guida tecnica confusionaria (Gallego, Machìn, Abelardo ed infine Rufete), con una squadra debole e perforabile in difesa e dall’attacco asfittico.
I mezzi economici ci sono per raddrizzare la stagione appena trascorsa, ma sarà necessaria chiarezza e competenza per effettuare le scelte corrette nella ricostruzione del club.
3 TEMPESTA PERFETTA
Stefano Follador